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Brexit: duecento anni fa non sarebbe successo

Brexit: duecento anni fa non sarebbe successo

Quando il marketing turistico è regale: la Regina Vittoria in Costa Azzurra.

Quei 34 chilometri tra Dover e Calais

Brexit, Megxit. Ormai ce le siamo lasciate alle spalle. Elisabetta II e i suoi sudditi hanno scelto di uscire dall’Unione europea. Harry e Megan sono volati in Canada.

Anche se i chilometri tra Dover e Calais restano 34, e pur con tutti i distinguo tra Europa e Unione europea, il destino di Casa Reale sembra sempre più lontano da quello del Vecchio Continente.

Duecento anni fa non sarebbe andata così.

Le regine Vittoria ed Elisabetta II, immagini stampate su francobolli

La Regina Vittoria e la Costa Azzurra: un amore incondizionato

Se ci dovesse essere una guerra tra Francia e Inghilterra, chiedo a Dio la grazia di morire prima

Vittoria, futura sposa di Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha e futura regina, nasce a Londra il 25 maggio 1819. A dispetto della geografia dei suoi titoli – Regina di Gran Bretagna e Irlanda, Regina del Canada, Regina d’Australia e Imperatrice delle Indie – la sovrana ama incondizionatamente la Francia, e in particolare la Costa Azzurra. Al punto da indurla a dichiarare: “Se ci dovesse essere una guerra tra Francia e Inghilterra, chiedo a Dio la grazia di morire prima”.

La guerra non c’è stata, e Dio ha voluto che Vittoria fosse una sovrana longeva, seconda per durata del regno solo alla pro-pro-nipote Elisabetta II, tuttora ben salda sul trono.

La regina Vittoria ritratta da Heinrich von Angeli

Il marketing di Sua Altezza

A partire dagli anni ’80 del 1800, per Nizza, e più in generale per la Costa Azzurra, la presenza della sovrana rappresenta una spinta pubblicitaria eccezionale.

Il pittore Alexis Mossa traccia nei suoi acquarelli delle istantanee della villeggiatura di Vittoria. Le locande presso le quali si ferma a prendere il tè durante le passeggiate pomeridiane in carrozza si fanno vanto del suo passaggio ribattezzandosi “L’Hotel della Regina” o “Al tè della regina”. Per mezzo di un corrispondente, la stampa inglese segue day by day le attività di Sua Altezza reale lungo la Riviera.

Una sorta di magnete potentissimo attira il turismo di lusso nelle località della costa mediterranea…

La regina Vittoria in occasione del Giubileo della Corona

Mentone, la prima volta di Vittoria in Costa Azzurra

Vittoria è già stata in Francia nel 1855, in visita a Napoleone III e all’imperatrice Eugenia. Ma perché si affacci al Mediterraneo ci vorranno ancora quasi trent’anni.

È il 1882. La regina viaggia in incognito, sotto il nome di Lady Balmoral, ma tutti sanno chi è. E tutti chiacchierano su una presunta liaison con John Brown, lo scudiero scozzese che l’accompagna (Alberto, sia detto per le malelingue, era morto nel 1861).

A Mentone (anche se alcune fonti attestano la sua presenza a La Mortola, nei pressi di Ventimiglia) Vittoria soggiorna presso lo Chalet des Rosiers, dall’inconfondibile stile elvetico (parte del giardino è stata incorporata nel Giardino Botanico Esotico di Val Rahmeh, tuttora aperto ai visitatori).

Durante questa sua prima visita, la regina si reca ai Giardini Hanbury, a soli 4 km da Mentone ma già in Italia (i giardini sono tuttora aperti ai visitatori) e si concede una puntata in auto a Montecarlo, ma non una puntata al Casinò, luogo che disapprova convintamente.

Sta di fatto che Brown mal sopporta il sole della Costa Azzurra e la regina non vi tornerà che dopo la morte di lui. Ma avrà decisamente modo e tempo di rifarsi.

La regina Vittoria su 'Fyvie' e John Brown fotografati da George Washington Wilson

Quei quattro giorni a Cannes

1887. La visita di Vittoria a Cannes è molto breve – quattro sole notti, a Villa Edelweiss, sul Boulevard des Pins – e ha uno scopo ben preciso: ricordare il figlio, principe Leopoldo, Duca di Albany, Conte di Clarence e Barone Arklow, prematuramente scomparso proprio qui tre anni prima.

Il principe, sofferente di emofilia, si era infatti recato a Cannes nel 1884 su indicazione del proprio medico che giudicava il clima invernale dell'Inghilterra inadeguato alle sue condizioni. Il 27 marzo scivolò e cadde mentre si trovava allo Yacht Club di Villa Nevada: morirà il giorno seguente, esattamente nel primo anniversario della dipartita di John Brown, l’adorato scudiero di Vittoria.

A Cannes la regina vuole appunto recarsi alla villa Nevada, luogo fatale al principe e ora lussuosa residenza, e alla chiesa di San Giorgio, fatta costruire in sua memoria (ora destinata al culto cattolico).

Nemiche-amiche: Vittoria e Alice di Rothschild

Quattro anni dopo, la regina fa base a Grasse, dove scende al maestoso Grand Hôtel (poi trasformato in appartamenti, oggi Résidence du Grand Palais, al 26 di Avenue Victoria).

Da Grasse, Vittoria torna a visitare Mentone e Cannes, ma si allunga anche nell’interno a Aix-les-Bains e si spinge, pare, fino a Biarritz, sulla costa atlantica. Ma una delle ragioni principali del suo viaggio si trova proprio a Grasse: la regina tiene a visitare i giardini dell’ampia tenuta sulle colline alle spalle della città di cui è proprietaria l’amica Alice di Rothschild (con la quale, peraltro, non mancherà qualche screzio).

Altra meta cittadina particolarmente apprezzata dalla sovrana è la cappella anglicana Saint John Church, inaugurata proprio durante il suo soggiorno. Una volta rientrata in Inghilterra, la regina donerà alla chiesa –ora chiamata Chapelle Anglaise o Chapelle Victoria, al 65 dell’omonima Avenue – parte delle vetrate visibili ancora oggi.

Hyères, la primogenita della Costa Azzurra

Nel marzo 1892 la regina soggiorna a Hyères, località capostipite della villeggiatura invernale sulla costa mediterranea francese: pare addirittura che l’espressione Costa Azzurra sia stata coniata qui. Vittoria si ferma in città per più di un mese, ma non si può certo attribuire a lei la scoperta delle virtù di Hyères: i suoi concittadini inglesi la frequentavano per svernare fin dal 17° secolo e già nel 1860 i sudditi di sua maestà rappresentavano da soli il 20% dei visitatori.

La sovrana alloggia all'Hôtel Costebelle – il proprietario, Alexandre Peyron, aveva in precedenza lavorato in Inghilterra e aveva sposato una cittadina inglese – dove arriva con un corteo di 15 vetture.

A Hyères, Vittoria frequenta per ragioni di culto la piccola chiesa anglicana di Ognissanti, ma resta affascinata anche dalla vicina chiesa cattolica di Notre Dame de Consolation.

Durante il soggiorno, Sua Maestà trova il tempo per visitare diversi luoghi, sia in città, come la villa di Alexis Godillot , sia nei dintorni, dove raggiunge La Londe, Le Pradet, La Crau, Carqueiranne, la tenuta di San Salvadour, il sanatorio di Giens, le valli del Gapeau e di Sauvebonne, Bormes e il Fort de Brégançon.

Ma l’episodio forse più noto che la vede coinvolta ha luogo proprio a Hyères: in occasione di una vendita organizzata all’Hôtel d’Albion, la sovrana acquista una fotografia di Louis André Manuel Cartigny, ultimo veterano della battaglia di Trafalgar, nato proprio a Hyères e deceduto qui a 101 anni, pochi giorni prima dell’arrivo della regina.

La regina Vittoria ritratta da Heinrich von Angeli

Tutte le volte di Vittoria a Nizza

E Nizza? Si potrebbe dire last but not least, considerando che è l’ultima destinazione della Costa Azzurra scelta dalla regina Vittoria, ma anche la sola in cui torna a soggiornare più volte.

A ospitarla nelle prime due visite, nel 1895 e nel 1896, è il Grand Hôtel di Cimiez, sopra Nizza, ma a quanto pare Sua Maestà ‘si sente un po’ stretta’. Nel timore di non vederla tornare, la città realizza un edificio rispondente alle esigenze regali; l’architetto Biasini costruisce, sempre a Cimiez, l’Excelsior Hotel Regina, splendido edificio Belle-Epoque destinato ad accogliere la sovrana nelle tre visite successive del 1897, 1988 e 1899: insieme a un seguito di 100 persone – tra segretari, damigelle d’onore, cameriere, chef e brigata di cucina, cocchieri, valletti e servitori indiani in turbante – Vittoria occupa l’intera ala ovest. Dei due edifici, il primo è stato successivamente trasformato in ospedale; del secondo, suddiviso in appartamenti, resta ben visibile l’esterno.

Le giornate nizzarde di Vittoria trascorrono serene, tra qualche impegno istituzionale, le colazioni allietate dall’orchestra, le promenades al parco – il Parc Liser, il Parc de Valrose o il parco dell’odierna Villa Matisse –, le performance di cornamusa suonata dagli scozzesi in kilt, i tè serviti dagli indiani in costume tradizionale, le funzioni religiose (uno stemma di sua maestà si trova tuttora all’interno della chiesa della Santissima Trinità a Nizza, all’11 di Rue de la Buffa), le gite in carrozza tra le alture circostanti di Aspremont, Fabron, Gairaut, Mont-Boron, Château de l’Anglais

La regina Vittoria e il suo servitore indiano Abdul Karim.jpg

Il potere taumaturgico della Costa Azzurra

Ahimè! Il mio ultimo affascinante viaggio in questo paradiso della natura, che mi rattrista lasciare

Sul suo diario, il 1° maggio 1899 la regina scrive: "Ahimè! Il mio ultimo affascinante viaggio in questo paradiso della natura, che mi rattrista lasciare. Mi dispiace tornare al nord senza sole, ma sono molto grata per tutto quello che ho goduto qui". Il giorno dopo lascia la Costa Azzurra, dove non tornerà mai più. Nel 1900, la presa di posizione della Francia a favore dei Boeri nella guerra in Sudafrica la trattiene per timore di manifestazioni e sommosse. L’anno dopo, il suo tempo è scaduto: muore il 22 gennaio.

Ritratto della regina Vittoria, Musée Masséna, Nizza

Ah, se solo fossi a Nizza, guarirei!

Alla regina sul letto di morte si attribuiscono queste parole: “Ah, se solo fossi a Nizza, guarirei!”