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Omaggio provenzale a Jean-Paul Belmondo

Omaggio provenzale a Jean-Paul Belmondo

Le location dei film, le presenze al Festival di Cannes e quel rapporto speciale col Midi.

Belmondo, quel vuoto grande tra Provenza e Costa Azzurra

L’intera Francia ha pianto la scomparsa di Jean-Paul Belmondo e ha reso omaggio a uno dei suoi più grandi attori, volato via il 6 settembre a 88 anni con 80 lungometraggi all’attivo. Ma in Costa Azzurra e a Marsiglia la dipartita di Bébel ha fatto versare più lacrime e inchiostro che altrove, in virtù di un legame particolarmente solido e duraturo, fatto di lavoro, di mondanità e, soprattutto, di amicizie lunghe una vita intera. È il quotidiano Nice-matin, attingendo al proprio archivio fotografico, a rendere in immagini la forza di questo rapporto speciale.

Jean-Paul Belmondo, Cannes e il Festival

Pochi attori del cinema francese quanto Jean-Paul Belmondo hanno visto proiettare e riproporre sugli schermi del Festival di Cannes tante delle pellicole che hanno interpretato.

Ben sei, per lui, i lungometraggi in concorso: nel 1960 Moderato cantabile; nel 1961 La viaccia (Le mauvais chemin) e La ciociara; nel 1964 Cent mille dollars au soleil (100.000 dollari al sole), poi riproposto nel 2011 al Cinéma de la Plage; nel 1971 Les mariés de l’an II (Gli sposi dell’anno secondo); ultimo, nel 1974, Stavisky (Stavisky il grande truffatore).

Più avanti negli anni, numerose le proiezioni tra i Cannes Classics, da Pierrot le fou  (Il bandito delle 11, capolavoro di Jean-Luc Godard) nel 2009 fino ad À bout de souffle (Senza respiro) nel 2020, passando per Belmondo, itineraire... (1911) e Dragées au poivre (Confetti al pepe, 2016). Proposti al Cinéma de la plage, invece, Le magnifique (Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo, 2011) e L’homme de Rio (L’uomo di Rio, 2013).

Tra le partecipazioni di Jean-Paul Belmondo al Festival, la più memorabile resta senza dubbio quella del 2011, quando l’attore ricevette la Palma d'onore: 300 fotografi posarono i loro apparecchi sulla scalinata e gli tributarono un applauso ininterrotto di 10 minuti.

I film girati in Costa Azzurra

In Par un beau matin d’été (Rapina al sole) di Jacques Deray, uscito nel 1965, Jean-Paul Belmondo e Sophie Daumier sono fratello e sorella, truffatori di piccolo cabotaggio che sperano di “svoltare” quando si palesa il colpo che potrebbe cambiare la loro vita. Seguendo il filo della trama, le riprese iniziano sulla Costa Azzurra, per poi spostarsi in Spagna.

Pierrot le fou, anch'esso nelle sale fancesi nel 1965, è girato in diverse locatità del Var: nei pressi del porto dell’Ayguade, a Hyères, al porto di Niel sulla penisola di Giens, nella baia di Tamaris a Tolone, a Saint-Laurent du Var… Jean-Paul Belmondo è Ferdinand Griffon, che lascia moglie, figli e una noiosa esistenza piccolo borghese per una vita avventurosa al fianco della giovane Marianne (Anna Karina).

In Flic ou Voyou (Poliziotto o canaglia, 1979) di Georges Lautner Jean-Paul Belmondo interpreta l’ispettore Stanislas Borowitz, chiamato a Nizza dal collega Grimaud per indagare su un caso che coinvolge mafia cittadina e poliziotti corrotti. Mentre parte degli interni è girata negli studi nizzardi della Victorine, gli esterni chiamano in causa i luoghi iconici della città, dalla Promenade des Anglais a Place Masséna, dal Vieux-Nice al porto.

Ne La Sirène du Mississipi (La mia droga si chiama Julie, 1969), diretto da François Truffaut e interpretato da Catherine Deneuve come protagonista femminile, quello di Jean-Paul Belmondo è un ruolo “esotico”: viticultore nell’isola della Reunion. Cominciate sull’isola dell’Oltremare francese, le riprese sono proseguite a Nizza e nei pressi di Aix-en-Provence, per poi investire altre location dell’Esagono.

Ancora Nizza, di cui spiccano l'Hotel Negresco e Place Garibaldi, è il set di Joyeuses Pâques (Irresistibile bugiardo, 1984), nel quale Belmondo interpreta un ricco industriale e impunito seduttore che mente alla moglie per nascondere i suoi traffici e finisce per complicare la sua situazione all'inverosimile.

Bébel e Marsiglia, una storia d'amore

I conti sono presto fatti: nell’arco della sua lunga carriera Jean-Paul Belmondo ha girato a Marsiglia ben otto film.

L’esordio, nel 1960, è eclatante: Belmondo interpreta sul Vieux Port la prima scena del film che lo renderà una leggenda del cinema francese e internazionale, À bout de souffle di Jean-Luc Godard. Tra le altre pellicole marsigliesi, Un nommé La Rocca (Quello che spara per primo, poliziesco franco italiano che esce nelle sale nel 1961), Borsalino (1970), che vede Alain Delon nella parte del gangster prima avversario e poi amico di Jean-Paul Belmondo, e Le Marginal (Professione: poliziotto) nel quale Belmondo recita la parte di un commissario di polizia disposto a tutto per incastrare un trafficante di droga (grande successo del 1983 in Francia, dove vengono staccati oltre 4 milioni di biglietti).

Nel 2017 Marsiglia dedica a Jean-Paul Belmondo una mostra allo Château de la Buzine: una sorta di storia d’amore tra l’attore e la città, secondo la testimonianza di Valérie Fedele, amica personale dell'attore e direttrice dello Château. Del resto, Belmondo si spostava spesso dalla sua casa di Cannes al capoluogo, e non era raro vederlo sugli spalti dello Stade Vélodrome a fare il tifo per l’OM. Nell’estate 2020, la sua ultima apparizione nel Sud.