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Costa Azzurra: un posto soleggiato per gente losca

Costa Azzurra: un posto soleggiato per gente losca

Gli anni d’oro della Riviera francese nel nuovo libro di Mary S. Lovell. Da portarsi in vacanza.

Château de l’Horizon, la storia della Costa Azzurra

Guardando la Costa Azzurra dal mare, le ville immerse nella vegetazione non si contano. Imponenti o discrete, quasi sempre lussuose, parecchie sono note per la loro architettura o per la fama dei proprietari attuali o passati. Ma solo pochissime hanno fatto la storia della Riviera francese.

Château de l’Horizon è una di queste: una deliziosa villa bianca in stile art déco disegnata a inizio anni ’30 da un giovane americano, Barry Dierks, che sarebbe diventato uno degli architetti più richiesti della French Riviera.

La costruzione si trova a Golfe-Juan, nel comune di Vallauris.

Côte d'Azur. 1920-1960: il libro da portarsi in Costa Azzurra

A raccontare dell’affascinante dimora e dei suoi altrettanto affascinanti ospiti è Mary S. Lovell, autrice di best seller internazionali di genere biografico e membro della Royal Geographical Society.

Anche Côte d'Azur. 1920-1960: gli anni d’oro della Riviera francese, pubblicato pochi mesi fa in Italia da Neri Pozza, è una biografia: la biografia di una casa icona di un’epoca.

I favolosi anni ‘20 della Costa Azzurra

Negli ultimi decenni del XIX secolo la Côte d’Azur– che fu battezzata così solo nel 1887 – era stata la meta invernale prediletta delle famiglie reali e aristocratiche inglesi e russe: la Regina Vittoria, che soggiornò a lungo in diverse località per poi eleggere Nizza come meta prediletta, diede l’avvio a questa felice consuetudine; Lev Nikolàevič Tolstoj si fermò a lungo a Hyères nella convinzione che il clima avrebbe giovato alla sua salute e a quella del fratello Nicolas.

Negli anni Venti del ‘900, invece, l’inverno lasciò a il posto a estati lunghissime, e ai membri di corte e alla nobiltà straniera subentrarono frequentatori di tutt’altro genere che portarono con sé il soffio della modernità: la Costa Azzurra divenne il luogo per eccellenza della villeggiatura estiva del Jet Set internazionale. Château de l’Horizon è figlio di quest’epoca – sarà completato nel 1932, dopo due anni di lavori – e da lì in poi lascerà il segno.

Maxine Elliott, una donna con il senso degli affari

The Riviera Set – questo il titolo originale dell’opera di Mary S. Lovell – offre uno sguardo pieno di charme sul mondo glamour della prima metà del XX secolo. Protagonista, insieme alla casa che fece costruire, l’americana Maxine Elliott: attrice teatrale, accorta investitrice e, si vociferava all’epoca, amante di un re d’Inghilterra.

Giusto per farsi un’idea del suo stile di vita, Maxine è uno dei personaggi che gravitavano attorno a Gerald e Sara Murphy, i ricchi newyorkesi che nel 1926 elessero la Costa Azzurra a loro luogo di residenza attirando, nel giro di pochi anni, un gruppo eclettico di pittori, scrittori e altri artisti, quali Pablo Picasso, Cole Porter, Dorothy Parker, Jean Cocteau e i Fitzgerald (furono appunto Gerald e Sara a ispirare i personaggi di Dick e Nicole Diver in Tenera è la notte di Francis Scott).

The Riviera set, Mary S. Lovell

Château de l’Horizon, “parco giochi per ricchi e famosi”

«All’apparenza è la biografia di un palazzo, l’opulento Château de l’Horizon, vicino a Cannes. Ma nelle mani di Mary S. Lovell questo libro diventa la storia non solo di questo parco giochi per ricchi, ma di tutto ciò che è effimero: il denaro, la bellezza e la fama»*

Anche se al di qua dell’Atlantico del suo nome si è ormai persa quasi ogni traccia, ai suoi tempi Maxine Elliott fu un’attrice di fama, arrivando – prima donna in questa posizione – a possedere e dirigere un teatro.

Dopo essere divenuta star incontrastata della società britannica e aver accumulato una piccola fortuna, Maxine decise di stabilirsi nel sud della Francia e di intrattenere i suoi ospiti nella sua villa da sogno, facendone una sorta di “parco giochi per ricchi e famosi”.

Oltre alla costruzione della villa, i lavori voluti da Madame Elliott inclusero la sabbiatura della roccia per creare una superficie per balconi ombreggiati e una piscina con uno scivolo d'acqua che scendeva fino al Mediterraneo; né fu tralasciata la realizzazione di un attracco privato.

Golfe-Juan, Château de l'Horizon

The place to be in Costa Azzurra: Château de l’Horizon

Costruita su un terreno incastrato tra i binari della ferrovia e la costa di roccia, la dimora modernista si sviluppava in lunghezza, con quasi tutte le camere rivolte verso il mare e, al di là, l’orizzonte: da qui il nome della proprietà.

La villa non tardò a diventare la residenza estiva delle più illustri personalità dell’epoca: per decenni Château de l’Horizon avrebbe rappresentato il fulcro di un mondo dorato, lussuoso ed eccentrico quanto basta. Narrandone la storia, Mary S. Lovell racconta di questo folgorante periodo della Riviera francese.

Una sfilata di celebrità in Costa Azzurra

«La Riviera rimane proprio come Somerset Maugham la definì una volta, “un posto soleggiato per gente losca”»**

Tra le pareti e sulle terrazze di Château de l’Horizon Winston Churchill veniva ogni anno, dal 1933 al 1939, a dipingere, vagheggiare un auspicato ritorno sulla scena politica britannica e scrivere: fu qui che completò la sua biografia del duca di Marlborough; a loro volta, il duca e la duchessa di Windsor solevano rifugiarsi sotto l'ala di Maxine Elliott per sottrarsi alle maldicenze della stampa e dell’opinione pubblica inglese; il futuro Primo Ministro David Lloyd George fu un’altra delle personalità istituzionali a fare la propria comparsa a Golfe-Juan.

In villa non era raro neppure incontrare personalità della cultura e dello spettacolo: Maurice Chevalier e Greta Garbo, ad esempio. Lo stesso William Somerset Maugham era assiduo frequentatore di casa Elliott, e Noel Coward era solita arrivare via mare per poi intrattenere gli altri ospiti al piano fino alle prime ore del mattino.

Château de l’Horizon dopo Maxine Elliott

Maxine Elliott morì nel 1940. Durante la seconda guerra mondiale, la Gestapo requisì la dimora.

A guerra finita fu inizialmente Rosita Winston, moglie di un miliardario americano, ad affittare Château de l’Horizon e riportarvi la tradizione dei ricevimenti e della vita sociale, ma il secondo periodo dorato della villa cominciò davvero solo nel 1948, quando la prprietà venne acquisita dal principe Ali Khan, noto rubacuori e figlio maggiore dell'Aga Khan III.

Il momento clou di questa fase coincise con una data precisa: il 27 maggio 1949 il principe sposò l’attrice americana Rita Hayworth nel municipio di Vallauris e diede un ricevimento memorabile: nella piscina profumata con l'acqua di Colonia, i fiori galleggianti sulla superficie formavano le iniziali degli sposi. La favola durò poco: a causa delle infedeltà del principe la coppia divorziò nel 1953. Alì Khan morì accidentalmente, in un incidente d’auto, il 12 maggio 1960, ed è con questo evento che si conclude la narrazione di Mary S. Lovell. Gli anni d’oro della Riviera francese erano ormai finiti, anche se il giardino di Château de l’Horizon custodì le spoglie del principe fino al 1972.

* The New York Times Book Review
** The Wall Street Journal