Stai leggendo

Sai di parlare provenzale tutti i giorni?

Sai di parlare provenzale tutti i giorni?

Breve viaggio tra le parole italiane nate in Provenza.

Un giorno un contadino si mise in viaggio con il suo cane, un bel veltro mascotte della squadra di calcio del suo paese. Per combattere la noia cercava di risolvere delle sciarade ma cominciò ben presto a rimembrare con baldanza di quando, molti anni prima, era un drudo avvenente, leggiadro e coraggioso. Atteggiandosi a tal guisa si rese conto che queste lusinghe erano invece delle magagne insensate e sentì improvvisamente di comportarsi come un cretino. Temendo di essere scambiato per un gay azzimato, sbaragliò questi pensieri tracotanti e con un abbrivio degno di una petroliera decise di ripararsi in un laido spaccio di vino per darsi ai bagordi

In questo breve racconto un po’ bislacco che abbiamo inventato sono nascoste venticinque parole legate alla Provenza. Provate a trovarle!

Nella linguistica moderna con “ètimo” si intende la forma più antica alla quale sia possibile risalire nello studio della storia di un vocabolo e, anche se molte di queste parole hanno radici che risalgono all’indo-europeo che nel corso del tempo si sono evolute grazie al latino, al gallico o al germanico, altre derivano invece direttamente dal provenzale antico. Tutte però sono accomunate dallo stesso filo conduttore ed è sorprendente scoprire che la pronuncia italiana di questi vocaboli è ancora oggi fortemente influenzata dalla lingua della nostra regione preferita.

Ecco perché, praticamente ogni giorno, possiamo dire di parlare un provenzale antico… italianizzato!

Tra bagordi, lusinghe e magagne

Per chi non li avesse scoperti, ecco i termini provenzali in ordine di apparizione nel racconto:

  1. Contadino: in provenzale comtat, dal latino comitatus;
  2. Viaggio: In provenzale viatge, a sua volta dal latino viaticum;
  3. Veltro: dal provenzale veltre di origine gallica, cane da inseguimento, levriero;
  4. Mascotte: in provenzale mascoto, a sua volta derivato da masca, strega;
  5. Noia: in provenzale enoja, dal tardo latino inodiar, avere in odio;
  6. Sciarada: dal provenzale charrado, a sua volta dal francese charade. Chiacchierata, di origine onomatopeica;
  7. Rimembrare: dal provenzale antico remembrar, a sua volta dal latino ecclesiastico rememorari;
  8. Baldanza: dal provenzale antico baut, fiero, ardente, dal francone bald, ardito, fiero, vivace;
  9. Drudo: dall'antico provenzale drut, amico, amante;
  10. Avvenente: dal provenzale avinen, dal latino adveniens, participio passato di advenire, approssimarsi;
  11. Leggiadro: dal provenzale antico leuharia, leggerezza, derivato dal latino levis;
  12. Coraggioso: dal provenzale corage, derivato dal latino cor, cuore;
  13. Guisa: in provenzale guiza, dal germanico wisa, modo, maniera;
  14. Lusinga: in provenzale lauzenga, che trova origine in un'ipotetica forma franca lausinga, bugia;
  15. Magagna: dal provenzale antico maganhar, ferire, storpiare;
  16. Cretino: dal provenzale crétin, cristiano. Nelle zone dove la parola 'cretino' ha preso i significati attuali - cioè fra la Savoia e l'Italia nord-occidentale - c'era una categoria di persone che destava commiserazione, ed erano gli affetti da quello che modernamente chiamiamo 'cretinismo’. Tali problemi possono essere determinati da una dieta estremamente povera di iodio: è questo il caso, tant'è che il cretinismo era endemico. Dal fatto che questi 'cretini' fossero disprezzati come stupidi, scaturisce il senso con cui oggi usiamo comunemente questa parola, di stupido e imbecille - che ormai non ha più alcun nesso con l'affezione che l'ha ispirata;
  17. Azzimato: in provenzale azemar, dal latino adextimare apprezzare, passato. Abbigliato, adornato con ricercatezza;
  18. Gay: dal provenzale gai, allegro, gaio, che dà gioia. Nel ‘700 il significato mutò in dissoluto, anticonformista, e nell’800 peggiorò in lussurioso, depravato. L’accezione comunemente usata oggi è nata negli Stati Uniti verso il 1920;
  19. Sbaragliare: dal provenzale antico baralhar, agitarsi, da baralh, rumore, disordine;
  20. Tracotante: dal provenzale tracuidan o oltracuidan, composto dal latino tra o ultra, oltre, e cogitans, participio presente di cogitare, pensare;
  21. Abbrivio (o abbrivo): dal provenzale abbrivar, mettersi in movimento, derivato dal gallico brivos, forza. Spinta iniziale che una nave o un veicolo riceve dai mezzi di propulsione;
  22. Riparare: aggiustare, proteggere da un pericolo o da un danno, rifugiarsi, trovare ricovero. Nei primi significati dal latino reparare, riacquistare, rinnovare, ristorare, composto da re-, di nuovo, e parare, procurarsi; nei secondi dal provenzale repairar, dal latino tardo repatriare, tornare in patria;
  23. Laido: dall'antico provenzale laid, a sua volta dal francone lai, brutto, sudicio, ripugnante, turpe;
  24. Spaccio: dal provenzale despachar, sbrigare, composto dal latino: dis, togliere, e impedicare, mettere la pastoia;
  25. Bagordo: da un'ipotetica voce francona behurdan, circondare con una siepe, e cioè approntare il recinto per una giostra. La parola giunge a noi attraverso il provenzale baordar, bagordare, questo perché a un torneo seguiva sempre un banchetto.

Ringraziamo l’impegno e la passione dei ragazzi di Una parola al giorno per averci aiutato a capire che le parole vivono e si trasformano. Una sola parola può svelare un piccolo grande segreto della nostra storia.

Alessandro Bagno